Tribunale di Milano: il catechismo "forzato" e l´affido condiviso - di V. VezzettiCronache dai tribunali
12/07/2010 - 10.40Al tribunale di MIlano si discute un caso molto interessante - praticamente un primus giuridico - che sta riguardando un cittadino varesino, assistito dall'avv. Carlo Piazza (ANFI Lombardia). Davanti al collegio dei giudici Sciarè, Cattaneo, Servetti, sulla scorta di un procedimento ex art. 709 ter, è stata esitata la vicenda di una coppia separata in regime di affidamento condiviso, a suo tempo sposata solo civilmente, il cui figlio - oggi di quasi 9 anni - non fu battezzato. L'anno scorso la madre decise, senza acquisire il parere del padre, di fargli frequentare il corso di catechismo. Il padre, venuto a sapere della scelta della madre, le chiese senza esito di soprassedere fino alla raggiunta maturità del bambino (in modo da dare al figlio la possibilità di una scelta autonoma e non imposta). Analogo esito ebbe l'istanza presso il prete della parrocchia milanese: pur edotto che il padre non desidera che il figlio frequenti il catechismo, e pur informato del fatto che la legge sull'affido condiviso prevede che le scelte educative debbano essere condivise e che questa non lo era, il prete ha continuato imperterrito ad accettare a catechismo il bambino. Il collegio, che si è riservato la decisione, si trova a decidere se, in uno Stato non confessionale dove teoricamente tutte le confessioni e anche le scelte agnostiche e atee sono eguali, una scelta religiosa confessionale precisa decisa unilateralmente dalla madre configuri comunque un interesse del minore. Sarà interessante, altresì, vedere fino a che punto abbia valore la legge sull'affido condiviso che dispone l'accordo sulle decisioni di maggior importanza. Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 3198 volte
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