Non solo Italia. In Spagna una deriva giudiziaria discrimina economicamente i maritiNews e Comunicati Stampa
13/04/2017 - 11:08Un breve articolo compare il 15 aprile sul portale Studio Cataldi, sempre molto utile per dottrina ed archivio sentenze. Di solito il portale cita giurisprudenza indigena di primo grado, Corte d'Appello e Cassazione, ma la particolarità del provvedimento di cui si occupa oggi lo rende interessante anche se viene dalla Spagna. LINK Una coppia ha convissuto per 6 anni da separati, ottenendo il divorzio solo nel 2013. In questo lasso di tempo hanno continuato a coabitare, mantenendo quindi un menage familiare che replica il modello che alcune coppie scelgono in costanza di matrimonio: il marito lavora e porta a casa lo stipendio, la moglie si occupa delle faccende domestiche. Secondo quanto riporta l’articolo non si tratta di un’imposizione maschilista ma di una scelta femminile, la signora aveva un lavoro ma ha preferito lasciarlo per dedicarsi alla cura della casa. La corte d’appello nel 2017 conferma la sentenza di primo grado del 2016, stabilendo che la moglie ha diritto ad un risarcimento il lavoro domestico del quale ha usufruito anche il marito in quanto coabitante. Giusto: lavare i pavimenti, spolverare, rifare i letti (due, è lecito pensare), accendere la lavatrice, stirare, fare la spesa, cucinare e lavare i piatti sono attività che, se svolte da una colf, vengono retribuite. Quindi le stesse pretese economiche le avanza la moglie, nell’atipica veste di separata/convivente. Sorgono però diversi dubbi: visto che la signora non ha alcun reddito, con quali fondi la strana coppia per 6 anni ha acquistato generi alimentari, detersivi, saponi, dentifrici, deodoranti … e poi abiti, scarpe, cinte, borse, sciarpe … Inoltre sei anni sono lunghi, possibile che in tale periodo non si sia mai fulminata una lampadina, otturato uno scarico o altri inconvenienti più gravi che necessitano di idraulici ed elettricisti? E chi ha pagato materiali ed artigiani, se l’unico reddito lo percepiva lui? La casa ha un costo, ma la domanda è sempre la stessa: chi ha pagato il canone di locazione (oppure mutuo e condominio) e le utenze di acqua, luce, gas, rimozione rifiuti ? In una coppia monoreddito il lavoro domestico non retribuito, pur preziosissimo, compensa il lavoro retribuito. Più o meno, aggiungerei, senza che le persone civili si mettano a cavillare su chi dei due fornisce il contributo di maggior valore. Nel caso spagnolo, però, sul piatto della bilancia va solo il valore delle stoviglie lavate, ma non quello delle bollette pagate. Curioso, no? Magari il separato/convivente non ha mai dato alla moglie nemmeno un tozzo di pane, forse lei non ha bisogno di lavorare ma è ugualmente autonoma perché ha vinto alla lotteria, o ha ereditato, o spaccia … Mancano informazioni utili ad avere un quadro esaustivo della vicenda, non si sa se vi siano figli, se abbiano ricevuto un mantenimento - e di che importo - dall’unico genitore che percepiva un reddito, se il marito abbia versato alla moglie separata un assegno, e di che importo. Comunque succede in Spagna, da noi una stranezza del genere non potrebbe mai essere avallata da un tribunale. O forse si?
Sandro Della Vedova Fonte: redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 6260 volte
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