In Croazia Mediazione familiare obbligatoria, in Italia una categoria a spassoMediazione Civile e Familiare
17/02/2016 - 16:39A volte bisogna imparare dai vicini, per curare meglio il proprio orto. Ovviamente, se si ha intenzione di farlo. Così, mentre in in Italia i principali attori della Mediazione familiare perdono tempo, da due decenni, a lavorare senza un albo professionale, una legge che lo regolamenti, un riconoscimento sociale e le garanzie per gli utenti (che sarebbero decine di migliaia ogni anno), negli stati a noi vicini si legifera in materia e si progredisce. In Croazia, dal 1° Settembre 2014 è in vigore un nuovo corpus di leggi (ben 600 articoli) che mostra tutta l'attenzione dei croati per la mediazione familiare. Prima della sua entrata in vigore, Il Ministero delle Politiche Sociali e della Gioventù aveva già aperto, il 18 luglio 2014, un pubblico dibattito per avere suggerimenti in merito all’attuazione della legge che sarebbe entrata in vigore di lì a poco. Il confronto ha portato alla adozione di ben 11 regolamenti, che disciplinano, tra gli altri, il parere reso dal bambino (quattordicenne o di età inferiore), il contenuto obbligatorio del c.d. piano congiunto di genitorialità e le misure di protezione dei diritti personali e del benessere dei bambini. Così, il primo articolo della legge sul diritto di famiglia, oltre a disciplinare il matrimonio, la convivenza tra uomo e donna, i rapporti tra genitori e figli, le misure per proteggere i diritti e il benessere dei minori, l’adozione, la tutela, e le procedure in materia di relazioni familiari e affidamento familiare, regola anche la consulenza obbligatoria e la mediazione. Qualora si voglia divorziare, in Croazia, e sono presenti figli minori, è necessario produrre una relazione di un Centro di assistenza sociale che attesti l’avvio di una consulenza obbligatoria, e ciò a pena di irricevibilità della domanda. L’attore deve inoltre provare che ha partecipato ad un primo incontro di mediazione familiare, e all’uopo deve depositare apposito certificato rilasciato dal mediatore familiare in cui si attesta che il procedimento è stato attivato e si è fatto un tentativo di mediazione. Queste incombenze preliminari (consulenza obbligatoria e mediazione familiare), quindi, saranno funzionali a predisporre un piano di affidamento condiviso. Ma c'è di più. Prima di prendere qualsivoglia provvedimento sulla genitorialità od in materia di relazioni personali con il minore, il giudice è tenuto a sentirlo, e può sentire, ove necessario, l’opinione di un Centro di assistenza sociale o di un perito certificato. Quando è in gioco il rapporto personale tra genitori e figli il giudice, fuori dai casi di violenza domestica, è tenuto poi ad incoraggiare la mediazione familiare. La consulenza (psicosociale e giuridica) e la mediazione sono necessarie anche quando si voglia avanzare una istanza per modificare accordi in materia di genitorialità, per cui si tratta di un procedimento ineluttabile. In Croazia la consulenza obbligatoria è dagli esperti dei Centri di assistenza sociale, che vengono formati in maniera specifica e non "si schierano", rimanendo imparziali. Si tratta in sostanza di incontri nei quali i soggetti coinvolti esplorano la possibilità di un piano condiviso di cura del minore, ovvero di una mediazione familiare o ancora si informano le parti sul fatto che in caso di divorzio un primo incontro di mediazione è necessario, su quali siano le conseguenze di un mancato accordo in mediazione e che cosa accade se si affronta il giudizio senza un piano condiviso. Il registro dei mediatori familiari è tenuto dal Ministero delle politiche sociali, e l’inclusione avviene con decisione ministeriale. Il Ministro fissa i contenuti e le modalità di tenuta del registro, nonchè i requisiti di qualificazione dei mediatori familiari. E in Italia, cosa accade ? Niente, un "nulla cosmico". Le associazioni di mediatori familiari non vanno più in là dall'organizzare corsi, seminari e master, e pare siano tutte d'accordo nell'evitare accuratamente qualunque pressione sul mondo della politica affinchè la loro professione venga riconosciuta. Sull'obbligatorietà della mediazione, ovviamente, dibattono blandamente, il chè fa pensare che non siano d'accordo. Gli avvocati e gli psicologi ringraziano. Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia è stata letta 4229 volte
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14:46 di martedì 10/05/2016 | ||
scritto da Arianna | ||
E chi ci tutela dalla professionalità dei mediatori ?? Si parla tanto ma sembra nessuno abbia avuto esperienza diretta con operatori che non conoscono le leggi,superficiali, che non tutelano i minori ma che chiudano la pratica senza fare attente valutazioni sulle necessità dei figli e capacità genitoriali, senza nessuna competenza psicologica.Chi ripara ai danni a vita fatti?? Visto passano anni di cause dove nessuno ha voglia di sistemare i danni fatti da altri? Non abbiamo già problemi con li istituzioni già operative?Come al solito chi controlla?Chi sistema i danni a vita sui minori?? | ||
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14:46 di martedì 10/05/2016 | ||
scritto da Arianna | ||
E chi ci tutela dalla professionalità dei mediatori ?? Si parla tanto ma sembra nessuno abbia avuto esperienza diretta con operatori che non conoscono le leggi,superficiali, che non tutelano i minori ma che chiudano la pratica senza fare attente valutazioni sulle necessità dei figli e capacità genitoriali, senza nessuna competenza psicologica.Chi ripara ai danni a vita fatti?? Visto passano anni di cause dove nessuno ha voglia di sistemare i danni fatti da altri? Non abbiamo già problemi con li istituzioni già operative?Come al solito chi controlla?Chi sistema i danni a vita sui minori?? | ||
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11:19 di giovedì 17/03/2016 | ||
scritto da MICHELA | ||
Le associazioni maggiormente rappresentative di Mediatori Familiari appaiono fortemente concentrate sull´organizzazione di corsi di formazione e su giornate seminariali, rivolte, dunque, a soggetti già "addetti ai lavori", questo é vero.
Ma non solo. Le associazioni propongono la creazione di sportelli informativi, da istituirsi presso i Comuni, e propongono ai Tribunali la sottoscrizione di Protocolli, con conseguente invio, da parte dei Giudici, delle coppie in fase di separazione, ai Mediatori iscritti all´associazione con cui si è siglato il protocollo. Queste "proposte", nel totale silenzio del Legislatore, possono avere successo o no, a seconda delle valutazioni che il singolo (presidente di quartiere, assessore, o Presidente di Tribunale che sia), con cui i rappresentanti delle associazioni si trovano ad interfacciarsi, svolgerà. L´esempio della vicina Croazia ci conferma, dunque, come il nostro Legislatore, nel 2014, non abbia fatto abbastanza per la Mediazione Familiare, per le famiglie in via di separazione e per i nostri bambini. | ||
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07:34 di sabato 05/03/2016 | ||
scritto da Robby montagna | ||
In tante situazioni la nostra nazione dimostra di avere scarsa sensibilità rispetto a problematiche che sono fondamentali per il futuro della società, chi ci governa cerca sempre un interesse e mai una logica per il benessere della famiglia e di conseguenza a farne le spese è la parte debole, viene escluso il genitore più debole, abbandonato ed umiliato e i figli vengono usati e plagiati a seconda della convenienza, evitare di tentare di risolvere il problema sembra essere un progetto fatto per arricchire un sistema che è molto simile a quello di un associazione a delinquere, un sistema fatto di giudici, magistrati, assistenti sociali e avvocatucci concatenati tra loro per demolire la famiglia e arricchire le loro tasche, con tanto di strutture(case lager famiglia) gestite da loro stessi o amici, il tutto agevolato dal libero arbitrio e dall´impunita´a loro concessa.
Oltre i confini si cerca di migliorare ed è evidente come la figura del mediatore sia importante,non serve uno scienziato per capirlo,l´importante è che il mediatore sia qualificato e non di parte come spesso succede e che serva per evitare di allontanare un figlio da un genitore(pratica disumana) punendo l´operatore che sbaglia. Non ci resta che sperare e dare voce a chi lotta anche per chi non lo fa o non può farlo più | ||
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