Figli Per Sempre, Paolucci: nella PAS meglio il cambio di domicilioLe Associazioni raccontano
21/01/2011 - 11.18
La nostra associazione ha seguito la campagna sulla stampa locale avviata sul tema degli affidi dei minori ai Servizi sociali. Vogliamo far sentire la nostra voce prendendo spunto dall'intervista di Gianmario Gazzi che a nome dell'Ordine regionale degli assistenti sociali ha smentito affermazioni infondate che erano circolate in merito alle modalità sommarie con cui si procederebbe all'allontanamento dei minori dalle loro famiglie.
Riteniamo che i figli dei genitori separati abbiano innanzitutto il diritto di crescere mantenendo rapporti il più possibile paritetici con entrambi i genitori anche dopo la separazione. Siamo però assolutamente d'accordo con Gazzi quando dice che tra i motivi che fanno ritenere l'ambiente familiare non adatto al minore c'è la strumentalizzazione del bambino nella separazione dei due genitori. E Gazzi in merito a questo si chiede "è giusto che i bambini subiscano certe pressioni?". Come associazione possiamo rispondere a questa domanda retorica dando atto alla franchezza di Gazzi che come nella favola di Andersen ha avuto per primo il coraggio di dire "il re è nudo!". No, non è giusto che il minore sia usato come arma di ricatto nel corso della separazione dei sui genitori. E' talmente grave che un minore sia manipolato in questo modo che la Regione Liguria da tempo ha incluso questo comportamento tra i casi da segnalare come abuso psicologico al Tribunale dei minori. Ci sono centinaia di studi in tutto il mondo che dimostrano come questo abuso psicologico (denominato "alienazione parentale") porta a gravissime conseguenze per i minori che ne sono vittima. Vogliamo però aggiungere una precisazione alle affermazioni di Gazzi, che per il resto condividiamo interamente. Dato il contesto in cui il tema è emerso sembra che l'unica soluzione per i casi gravi di strumentalizzazione dei minori nel corso della separazione sia il collocamento presso strutture come il Villaggio SOS. Non è così. La soluzione più adeguata sarebbe, se perseguibile, il cambio della domiciliazione dell'affido, in modo da allontanare il minore dal genitore che lo sta manipolando, collocandolo presso l'altro genitore. Purtroppo i tempi delle procedure per la tutela dei minori sono lunghi e quando si interviene può succedere che il bambino ormai sia talmente condizionato da non accettare neppure di incontrare l'altro genitore. E, a questo punto il tribunale, per difendere il minore dalle violenze psicologiche subite da parte degli adulti, può decidere la sua collocazione presso una struttura. Questi concetti sono stati ribaditi anche del presidente del Tribunale dei Minori di Roma, Melita Cavallo, che la settimana scorsa in una intervista al Tg1 ha dichiarato che in questi casi bisogna intervenire subito e far rispettare i tempi di frequentazione previsti dal giudice. Quando non si riesce a farlo in tempi rapidi, la situazione si incancrenisce ed alla fine l'unica soluzione possibile può diventare la struttura di accoglienza.
GIOVANNI PAOLUCCI Fonte: Redazione Non ci sono allegati per questa notizia Torna indietro Questa Notizia č stata letta 3426 volte
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14.26 di venerdì 21/01/2011 | ||
scritto da anche nei casi gravi | ||
è possibile (e meglio) affidare i bambini a parenti non alienati né alienanti:
Transitional Site di livello 1 In questa categoria di Transitional Site, includo, innanzitutto, la casa di un amico o di un parente con il quale il bambino ha una relazione ragionevolmente buona. [...] Questi nuovi caretaker, devono rendersi conto della gravità della patologia della madre, devono essere sufficientemente rigidi per proibire contatti, telefonate, scambi epistolari, fra bambino e madre per un periodo determinato [...] Se la situazione è così degradata che non è possibile utilizzare un Transitional Site di livello 1, diviene allora necessario considerare un ambiente maggiormente costrittivo. http://www.alienazione.genitoriale.com/come-curare-l’alienazione-approccio-legale/ | ||
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